LA VITA

Glauco Baruzzi, nato a Lugo di Romagna nel 1921, visse una vita ricca di esperienze artistiche e personali. Da bambino si trasferì in Francia con la famiglia, dove iniziò la sua formazione a Clermont-Ferrand. La sua passione per l’arte lo portò a iscriversi all’Ecole des Beaux Arts, scegliendo l’indirizzo architettonico.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, tornò in Italia e si iscrisse al Politecnico di Milano, ma venne presto chiamato alle armi e divenne ufficiale, combattendo sul fronte greco. Le dure esperienze della guerra lo segnarono profondamente, e al suo ritorno decise di dedicarsi completamente alla pittura, iscrivendosi all’Accademia di Brera a Milano.

A Brera, conobbe importanti figure come Achille Funi, Dario Fò e Luigi Parzini, con i quali sviluppò un legame di amicizia e scambio intellettuale. Qui incontrò anche Serenella Tonini, che divenne sua moglie. La sua carriera artistica decollò: si dedicò alla progettazione e realizzazione di opere murali, ricevendo importanti commissioni.

Baruzzi iniziò anche la sua carriera d’insegnamento, arricchendo la sua vita con amicizie significative nel mondo dell’arte, come lo scultore Mario Negri e Giacomo Manzù, con cui collaborò in progetti di arredamento e per la progettazione della casa e lo studio di Manzù a Bergamo.

Negli anni, divenne padre di Giovanni, Augusto e Donatella, e ricevette incarichi pr estigiosi, come quello di decorare la Basilica della Natività a Nazareth. La sua passione per l’insegnamento lo portò a diventare titolare della cattedra di Ornato al Liceo Artistico di Brera e di tecnica dell’affresco nella Scuola del Castello Sforzesco di Milano.

Tra le sue opere più significative, si annoverano il restauro di mosaici bizantini sul Monte Nebo in Giordania e la realizzazione di una grande vetrata in una banca palermitana, un progetto condiviso con Renato Guttuso.

Nel corso della sua carriera, Baruzzi non smise mai di esplorare nuovi orizzonti artistici, dalla pittura murale alla pittura ad olio, dall’incisione ai disegni. Divenne rappresentante per l’Italia di Xilon, un’importante associazione internazionale d’incisori, e realizzò opere significative come il ciclo di vetrate nella chiesa di Sant’Ambrogio a Regoledo di Cosio.

Glauco Baruzzi ci lasciò il 23 dicembre 2009, a Milano, ma il suo ricco lascito artistico e il suo spirito innovativo continuano a ispirare artisti e ammiratori dell’arte.